martedì 24 aprile 2012
A passare dalla ragione al torto ci vuole pochissimo
Il Manifesto affisso oggi è l'emblema che mancava alla politica Casalucese; la Minoranza con l'affissione del manifesto ha dimostrato di non amare il suo paese.A passare dalla ragione al torto ci vuole pochissimo.
Il manifesto è un atto legittimo dell'opposizione ,far conoscere le problematiche che stanno nascendo intorno alla costruzione delle (cappelle gentilizie-cimitero) alla cittadinanza è un atto dovuto,visto che c'è anche una delibera approvata dalla maggioranza,con voto sfavorevole della minoranza sull'argomento,ma mettere un immagine del sindaco e rappresentarlo come pinocchio per me è stato un errore gravissimo,l'immagine del nostro amato paese è stato con tutti noi cittadini buttato nel fango.
Oggi se si crede di fare politica con appositi metodi già usati in passato si sbaglia..esempio lampante durante la campagna elettorale passata, fu fatto un volantino contro un candidato della lista Progetto per Casaluce;anni fa ,fu fatto un albero di natale adornato di argomenti non fatti dalla amministrazione di Proto Fedele,oggi si usa lo stesso metodo con Pagano,ma la mia domanda è:
In un momento cosi problematico per il nostro paese ,visto la grave crisi economica ,noi tutti Casalucesi un giorno saremmo capaci di ragionare come i cittadini di altri paesi (Teverola) capaci di dialogare e di pensare al bene del loro paese?
Personalmente sono amareggiato del comportamento avuto dal gruppo consiliare denominato Progetto per Casaluce,visto che sono stato candidato insieme a loro,contribuendo con i miei pochi voti alla loro elezione anche se all'opposizione,non pensavo mai che persone perbene come loro scendessero a patti con partiti abituati a usare questi metodi,spero che sia stato solo un errore di comunicazione,visto che è stato usato anche il simbolo della sezione che ad oggi non esiste sul territorio, ma solo in consiglio comunale. Casaluce ha bisogno di crescere e di essere rappresentato da tutti ,ma ognuno deve avere rispetto di tutti .
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